Amatrice è una cittadina in provincia di Rieti, situata tra i monti della Laga al confine tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Gran parte della sua storia è legata alla pastorizia, come si può vedere da alcuni oggetti che gli abitanti conservano ancora oggi. Il nome del luogo viene probabilmente dal latino "Matrix", o secondo un mito, dal nome della regina Amata, moglie di Latino re degli Aborigeni, che fondò la città.
Dopo la devastazione del terremoto del 24 Agosto 2016 la città ha cercato di ritrovare la propria identità.
Emma Moriconi nel suo libro "Amatrice, dolce amara terra mia" esprime un sentimento di gratitudine verso questa terra, verso i suoi abitanti e per quello che è stata, ricordando alcuni personaggi illustri del luogo come Cola Filotesio, pittore, scultore ed architetto.
Per mantenere vivo il ricordo della catastrofe il 4 Ottobre 2019 è stato proiettato qui in anteprima nazionale il film "Il Bene Mio" di Pippo Mezzapesa, che parla della memoria di un paese distrutto custodita nel cuore di un uomo.
La notorietà del luogo è legata soprattutto alla tradizione gastronomica che ha trovato la massima espressione nel suo piatto tipico: gli spaghetti all'Amatriciana. In alcuni casi il piatto è chiamato "La Matriciana".
L' unicità del piatto ha ispirato cantastorie, poeti e dato origine a proverbi e modi di dire ed ha portato l'Amministrazione Comunale ad emanare 3 Disciplinari di Produzione relativi a Pecorino di Amatrice, salsa all'Amatriciana e Guanciale di Nero Reatino, gli ingredienti base di cui si fissano le caratteristiche. La salsa può essere rossa o bianca ed il piatto è ormai preparato nelle cucine di tutto il mondo.
Nato dalle esigenze dei pastori durante il periodo della transumanza, oggi questo piatto è diventato simbolo del luogo, da conservare e proteggere nella sua ricetta originaria, ed è per questo che il comune di Amatrice ha richiesto all'Unione Europea il riconoscimento STG che in data 22 Novembre 2019 è stato registrato sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE.
La pasta è da secoli una costante della cultura Italiana, presente in ogni casa, ed è quindi facile trovare riferimenti nell'arte, nella letteratura, nella musica, nei fumetti e nel cinema ed anche in documenti come francobolli.
Questo alimento è stato anche al centro di diverse innovazioni tecnologiche ed ha visto una interessante evoluzione del suo processo produttivo che ha però lasciato il prodotto inalterato.
Se dovessimo creare un museo della cosa creeremmo una sezione riservata agli utensili relativi alla preparazione della pasta, una seconda dedicata a documenti ed immagini ed una ai diversi formati.
Uno dei protagonisti della storia della pasta è Antonio Betturri, commerciante di vino ed olio, che nel 1882, durante la festa patronale del paese, creò la versione dell'Amatriciana con il pomodoro. A lui è dedicata un'epigrafe in una sezione specifica del Museo della Arti e Tradizioni popolari di Configno.
Alla pasta, ed in particolare all'Amatriciana, sono legati alcuni numeri, come ad esempio i numeri della Smorfia Napoletana.
Quando si parla di pasta è immediata l'associazione a cose ed azioni e si pensa ad un contesto conviviale, alla famiglia, all' amicizia e al calore.